Se sei proprietario di un immobile, sai perfettamente quanto è difficile e importante poterlo valorizzare, sia per poterne godere tutti i giorni, sia per poterne accrescere il valore in sede di trattativa, nel caso si decida di volerlo vendere.
La vendita di un appartamento non è certo una cosa che si può portare a termine in pochi giorni. Inoltre sono tanti gli aspetti di cui tenere conto e che lo stesso acquirente tiene in considerazione; tra le diverse tematiche relative alla casa quella del risparmio energetico è senza dubbio una da non sottovalutare.
Se la tua casa riesce ad essere molto economica nella gestione energetica, avrai già un vantaggio competitivo rispetto a molti altri venditori che credono di poter lucrare su una casa che si trova con una classe energetica pessima e che farà spendere ogni mese un sacco di soldi in bolletta.
Per capire quanto puoi ancora fare per migliorare la situazione, è sufficiente chiedere la redazione di un’APE da parte di un tecnico abilitato, che potrà verificare quanto consuma effettivamente la tua casa, assegnando in seguito una valutazione finale con una lettera (A B C D E F o G) che sintetizza se l’edificio in questione è ad alta efficienza energetica (A o B ) – ad efficienza media (C e D ) – oppure per nulla efficiente (F o G).
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Correlazione tra pessima classe energetica e scarso isolamento termico
Per migliorare la classe energetica di un edificio ci sono tante possibilità che si possono sfruttare, ma una che deve essere assolutamente presa in considerazione riguarda l’isolamento termico della propria abitazione.
Hai presente la sensazione di caldo opprimente anche nelle ore notturne in estate e di freddo pungente durante i mesi invernali? La prima cosa che viene in mente è quella di accendere subito i condizionatori e i termosifoni… una soluzione che porta certamente l’appartamento a ritrovare una temperatura interna ideale, ma fino a che punto?
Nel momento in cui li avrai spenti (e dovrai forzatamente farlo se non vuoi ritrovarti a spendere cifre folli), noterai come nel giro di poche ore la situazione torni ad essere molto simile a quella iniziale. Questo vuol dire che la casa in questione non gode di un buon livello di isolamento termico, probabilmente perché non è mai stato effettuato un intervento in tal senso, né in fase di costruzione, né durante gli anni a venire.
Cosa succede se c’è un cattivo isolamento della tua casa?
Una casa poco isolata porta con sé delle conseguenze forse ovvie, ma che è opportuno ricordare:
- Ciò che andrai a produrre con lo sforzo dei tuoi impianti di riscaldamento e condizionamento andrà a sprecarsi nel giro di poco, in quanto la struttura di una casa non isolata non consente all’aria fredda (in estate) di rimanere all’interno dell’edificio, lasciandolo del tutto indifeso all’eventuale ingresso di aria calda ed umida e non consentendo all’aria calda (in inverno) di scaldare la casa per molto tempo, facendo disperdere anch’essa e lasciando spazio a correnti d’aria fredda dall’esterno, che andranno a far calare drasticamente la temperatura;
- Se continui a vivere in questo modo non potrai dire di possedere una casa con un ottimale livello di benessere abitativo, un concetto forse difficilmente valutabile con un valore preciso, ma comprensibile nel momento in cui si pensa che ci ritroviamo ogni giorno a lottare con il cercare di mantenere una temperatura interna accettabile che non sa rimanere ad un livello standard autonomamente (si considera sempre 20 gradi centigradi come temperatura ottimale);
- Per mantenere una temperatura gradevole dovrai riutilizzare spesso e volentieri riscaldamenti e condizionatori, con la necessaria conseguenza di un aumento sensibile della vostra bolletta energetica;
- Ultimo, ma per nulla da sottovalutare, se la tua casa si trova in questa situazione di scarso risparmio energetico, vedrai decrescere anche il potenziale valore di vendita della vostra abitazione e non potrai pensare di spuntare un prezzo importante durante un’eventuale trattativa! Di conseguenza un buon isolamento termico consente di minimizzare questa problematica, ed è per questo che si può pensare di intervenire a più livelli.
L’isolamento termico delle intercapedini
Un metodo sicuramente interessante, e soprattutto a buon mercato (considerando in particolare il rapporto qualità prezzo) è senza dubbio quello che porta ad isolare le intercapedini di casa, zona spesso non considerata ma colpevole di generare notevoli dispersioni termiche.
Vediamo brevemente come. Non serve discorrere lungamente su cosa sia un’intercapedine, considerando che si trova all’interno di molte delle nostre abitazioni; interessante è capire l’uso che se ne voleva fare fino a non molti anni fa. Poiché si tratta dello spazio vuoto presente tra due mura perimetrali, si valutava il suo inserimento nei progetti delle abitazioni al fine di poterlo utilizzare come strumento per isolare termicamente la parete e prevenire la formazione di umidità e condensa in casa.
Per avere un risultato simile è necessario che il diametro dell’intercapedine sia particolarmente piccolo (non più di 2-3 centimetri); in questo caso la poca aria presente al suo interno può fungere da sacca con un lieve potere isolante, inoltre lo spazio vuoto può servire da drenante per l’umidità che attraversa la parete esterna, impedendo così ad essa di entrare all’interno dell’abitazione. Qualora questo diametro risulti essere molto più elevato (in alcuni casi le intercapedini vuote arrivano a 15 o 25 cm) questo lieve potere isolante non solo sparirà di colpo, ma anzi si otterrà l’effetto contrario, favorendo la creazione di importanti correnti d’aria e dispersioni termiche.
Ecco perché è necessario, qualora non fosse stato realizzato un piano fin dalla costruzione, porre dei rimedi efficaci; isolare l’intercapedine, se fatto nel modo corretto e con materiali di alta qualità, può consentirci di recuperare fino a 3-4 gradi centigradi, migliorando il livello di benessere abitativo e riqualificando l’immobile dal punto di vista energetico (minori dispersioni, maggior risparmio in bolletta dovuto ad un uso più limitato di termosifoni e condizionatori).
Motivazioni che possono portare a preferire l’isolamento delle intercapedini
Alcuni aspetti per cui isolare un intercapedine può essere preferito ad altri sistemi di isolamento come l’installazione di un cappotto termico (che rimane comunque una validissima opportunità):
- Non necessita di alcun tipo di autorizzazione scritta o verbale, né da parte del Comune nel quale è situato l’immobile, né da assemblee condominiali;
- La spesa è inferiore rispetto a quella di un cappotto termico, ma si ottengono risultati soddisfacenti in pochissimo tempo (è sufficiente che il materiale isolante scelto riesca a minimizzare le dispersioni, e questo si può fare solo riempiendo completamente il vuoto dell’intercapedine con un materiale che consenta alla parete di respirare ma, nel contempo, di non far passare aria calda o fredda), inoltre questa spesa andrà a ripagarsi negli anni con il risparmio in bolletta, fino a che non andrete addirittura a guadagnarci;
- Il lavoro si effettua servendosi di un buon team esperto nell’isolamento termico degli edifici, che munito di un macchinario professionale con annessa tubazione, letteralmente andrà ad insufflare l’isolante all’interno dell’intercapedine (per fare questo è necessario forare la parete annessa, ma è un lavoro che deve essere fatto con una modalità ben precisa, per questo guai a realizzare un intervento simile da soli e senza alcun tipo di esperienza nel settore delle coibentazioni!);
- L’intervento si esegue in una singola giornata di lavoro, quindi non si richiede a nessuno di andare altrove per più giorni.
Per insufflare un’intercapedine si possono usare vari materiali, tra quelli sfusi e quelli espansi, ma questi ultimi riescono a garantire una miglior performance, considerando che hanno la capacità di riempire interamente lo spazio vuoto della parete e di non lasciare alcun tipo di angolo scoperto. A questo aggiungiamoci che, soprattutto se si utilizzano schiume espanse isolanti ad alta performance come ISOFOR, sfrutteremo prodotti che sono atossici, non infiammabili, e che solidificano velocemente senza lasciare residui, lasciando respirare la parete.
Per riqualificare un edificio ci sono molte strade da perseguire, ma siamo convinti che l’utilizzo di questa tecnica può essere un primo passo importante per arrivare a conseguire questo importante obiettivo.
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